“PERCHE’ E’ COSI’ DIFFICILE SCEGLIERE? Una spiegazione psicologica”

17 aprile

Psicologa Pesaro

Ognuno di noi, prima o poi, si trova di fronte alla difficoltà di prendere una decisione importante. “Mi separo o non mi separo?”, “Qual è la scuola giusta per mio figlio?”, “Ci sposiamo o andiamo a convivere?”, “Parto e mi trasferisco all’estero oppure resto?” Tante le possibili domande e tanti i dubbi su una scelta che potrebbe cambiare il corso della propria vita.


Così scegliere diventa complicato ed il pensiero si trasforma in preoccupazione fino a diventare un idea assillante che crea ansia e paura. Il risultato può essere quello di “scegliere di non scegliere” rimandando il più possibile la presa di decisione fino a quando non saranno gli altri o le circostanze a scegliere per noi. In altri casi può succedere che la scelta venga fatta ma in maniera avventata e frettolosa prendendo una strada piuttosto che un’altra senza guardare dove si sta andando. In entrambi i casi, non c’è la consapevolezza di quello che si sta facendo ma soprattutto non c’è un ruolo attivo nel farlo con la conseguenza che la sensazione è quella di aver subito una scelta piuttosto che di averla presa.

La scelta è sempre tra una o più alternative da mettere a confronto. La scelta più semplice è quella tra due o più opzioni positive (es. “Vado in vacanza al mare o in montagna?”) per cui qualsiasi cosa si scelga il risultato è desiderato. La più spiacevole è la scelta tra due o più opzioni negative (es. “Mi separo o accetto un matrimonio insoddisfacente?”). Nella realtà quotidiana, la maggior parte delle scelte che ci si presentano sono dell’ordine più difficile, quello misto, dove ogni opzione ha in sé delle componenti positive e altre negative (es. “Compro l’auto che ha più optional, quella che risparmia di più, la più spaziosa, etc.?”). Capire cosa si desidera richiede la valutazione attenta dei pro e dei contro e una volta deciso, comunque, si ha la consapevolezza di aver perso qualcosa di buono della scelta scartata.

Ogni scelta racchiude in sé una rinuncia ed è questa, spesso, a renderla difficile. Quante volte capita che dopo aver fatto una scelta si senta il rimpianto per quello che si è lasciato? Tante, accade con gli acquisti (es. di un vestito, della casa, di un’auto, etc.), con le scelte di vita (es. la facoltà universitaria, l’andare a vivere da soli, il matrimonio, etc.) o con altri tipi di scelta. Più la scelta è importante e più il rimpianto è probabile perché mette in gioco parti importanti di sé che non possono essere sprecate o spese male. Se ci aggiungiamo una parte di insicurezza personale le cose si complicano ancora di più. Gli indecisi, si sa, sono degli insicuri. Insicuri di ciò che sentono, di quello che desiderano e persino di ciò che pensano. Con tutte queste insicurezze prendere una decisione è una lotta di ripensamenti continui.

Riassumendo, quand’è che è più difficile prendere una decisione? Quando la scelta è tra opzioni negative o tra opzioni miste; quando la rinuncia che segue la scelta è onerosa da sostenere; quando si è sensibili al rimpianto; quando si è insicuri di Sé; quando la scelta è importante; quando il cambiamento che comporta è sostanziale.

 

Allora diventa fondamentale,

 fermarsi un momento,  

concedersi un tempo ragionevole 

per pensarci bene  

e allo stesso tempo farsi aiutare 

da ciò che si sente e si desidera  

e la combinazione tra queste parti, 

razionalità ed istinto,  

permetteranno di prendere una decisione 

convinta, desiderata e senza troppi rimpianti.  


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Dott.ssa Katjuscia Manganiello | Psicologa Psicoterapeuta 

Studio di Psicologia e Psicoterapia 

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