Accade spesso, in famiglia, che qualcuno, di solito un genitore o entrambi, facciano richieste rigide e pressanti ai propri figli o figlio dalle quali è difficile liberarsi.
Le richieste opprimenti della famiglia possono essere esplicite o implicite (nascoste)
Tali richieste non sono sempre esplicite, cioè dichiarate apertamente, a volte, infatti, sono implicite: si sa che è così ma nessuno l’ha mai detto apertamente. Dalle richieste implicite è ovviamente più difficile svincolarsi perché nessuno ne ha mai parlato davvero.
Storia di una famiglia opprimente in psicoterapia
Livia è una ragazza di 27 anni che desidera diventare estetista. I genitori non approvano, in particolare il padre, perché per lui è scontato che la figlia porti avanti il negozio di famiglia e non c’è spazio per altre scelte. Livia è una ragazza buona, ama molto i suoi genitori, vorrebbe renderli felici ma ha progetti diversi in mente e non sa come uscire fuori da questa richiesta incomprensibile per lei. Così inizia ad avere crisi di rabbia con i suoi genitori, per qualsiasi motivo. E con le crisi di rabbia compaiono anche le restrizioni alimentari. Una protesta nei confronti dell’imposizione dei genitori.
La Psicoterapia per risolvere un problema di oppressione in famiglia
Per risolvere il conflitto di Livia e dei suoi genitori, in psicoterapia, occorre trovare il coraggio di esprimere ciò che si ha in mente e confrontarlo con quello degli altri famigliari. Qui madre, padre e figlia devono potersi mettere in discussione, uscire dal proprio pensiero rigido per incontrare quello dell’altro e capire come dargli spazio. La psicoterapia permetterà loro di parlarne apertamente, di arrabbiarsi, di urlare i propri desideri e alla fine di dare ad ognuno la possibilità di costruire un nuovo progetto di vita più ampio e complesso che includa le esigenze e i sentimenti di tutti.
Essere imprigionati dentro una famiglia oppressiva crea sintomi psicologici e fisici
Un figlio imprigionato dentro i desideri dei propri genitori è un figlio infelice e prima o poi manifesterà i suoi sintomi di sofferenza.
Lo potrà fare ribellandosi duramente, a volte chiudendo addirittura i ponti con la propria famiglia oppure accettando passivamente la scelta dei suoi rinunciando ad importanti parti di sé stesso con un alto rischio di andare incontro a sentimenti depressivi, ansiosi e di rabbia verso sé e la famiglia.
Storia di rivalsa dentro ad una famiglia opprimente attraverso la psicoterapia
Stefano è gay ma non ha mai avuto il coraggio di dirlo ai suoi perché sapeva che non lo avrebbero accettato. Così per non rinunciare a sé stesso ma allo stesso tempo per non deludere i suoi famigliari è uscito presto di casa e ha iniziato subito a lavorare per mantenersi. Ora, a 32 anni, si sente di aver perso tanto tempo, di non essere soddisfatto di niente della sua vita è depresso e stanco e non vuole più fingere. Durante la psicoterapia Stefano ha deciso due cose importanti: la prima riprendere gli studi, la seconda dire la verità ai suoi genitori. Non c’era più tempo da perdere, la vita è una sola e corre via veloce.
Vivere in una famiglia opprimente: possibili vie d'uscita
Solo permettendo di uscire al vero te stesso si potrà integrarlo nel progetto di vita tuo ed eventualmente in quello dei tuoi genitori. Riuscire a fare questo è un gesto di grande emancipazione che permetterà a tutti i famigliari di rinsaldare i legami e diventare più liberi e sereni.
Ogni genitore desidera il bene per i propri figli ma non sempre sa in cosa consista. Per scoprirlo occorre imparare ad ascoltarli e lasciare che prendano la loro strada.
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Dott.ssa Katjuscia Manganiello | Psicologa Psicoterapeuta a Pesaro e Online
via XI febbraio, 63 - 61121 Pesaro (PU)
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